Friday, April 10, 2009

ENVER


Vorrei tagliare la barba che ha baciato il tuo sesso
Vorrei strapparmi i capelli di dosso

per non pensare alle tue mani
sarebbe meglio
Col freddo che fa
qualcosa che non potrà mai esser vera
Perché morta, dura, persa, falsa,
si affaccia come la spuma dell’onda
e poi ti riporta giu
dove rimangono tante lucciole

come fiocchi sui tuoi capelli
che son mare, mare nero
e rimane il profumo di una felicità,
FELICITA’ comprata al kilo per pochi soldi
felicità che si mangia , nelle mani fredde e vive
davanti a palazzi come incrocio di vite
doppio sogno
triplo salto mortale
la felicità che si racconta sempre male
perché non ha padrone
lei
si consuma
mentre
se ne va
il pensiero che si insinua come il natale tra gli scaffali
sarebbe meglio tacerlo
ricominciare da dove si era lasciato
lasciar perdere
non pensare
perché è vietato sbagliare
se ci è concesso
è solo per causa d’amore

L'APE REGINA


Che la primavera è soltanto un estate un po più fresca
Pensavi
e speravi arrivasse
Mentre chiedevo se Ti avvolgeva una canzone
Se Riuscisse ancora O fosse mai riuscita
A toccarti il ghiaccio che ti sta sotto la fronte
È ci è riuscito invece
dietro le spalle
su di un divano
Qualcuno a dire di te
Parole rivolte a un pianoforte E un cappello ascoltare
Dire altro di te
E poi aprire uno squarcio
In pomeriggi e serate
Buie
E i messaggi
Sono passaggi di dita Laccate rosso
Sguardi interessati
Quando non c’ero
E non c’era
Altro da fare che
Aspettare qualcuno
E qualcosa era già abbastanza Piena
per poterla Toccare
Distrattamente
Come se fosse una gatta
Morta in Africa
Di solitudine e immoralità.

LA SIGNORINAEFFE


chi sei tu
Brutta, capelli selvaggi
bella, come la macchia nera
macchia di corbezzolo
gusto amaro e aspetto dolce
chi sei tu
io che non te l’ho mai chiesto
che non sai chi sono io
se ho pianto, amato
se posso toccare il tuo viso
ed esserne fiero
capace?
Una voce che non sembrava
Per niente
Tua
La sento chiamare
Un impegno visto in tv
Che ti fa commuovere
Pochi ma buoni I tuoi scudieri
Tu triste Come una gatta
Svogliata
Sai d’inchiostro E liquirizia
E non sei un sapore nuovo
Ma sei un altro sapore possibile