Tuesday, July 29, 2008

UN RACCONTO BREVISSIMO


-Grazie non posso- disse imbarazzata.
Poi, con un misto di orgoglio e rassegnazione, aggiunse- E’ per via del fegato, sai, stava quasi per esplodere anni fa.
E’ stata una brutta allergia, rarissima.
Quel che si offre non si rifiuta, Laura Sarai, e tu dovresti saperlo meglio di tutti.
Le lisse avevano deciso di fare le ore piccole quella notte e saltavano talmente veloce che l’unica cosa che sentivi era il rumore tonfo, sordo, eppure morbido, dell’acqua, e non riuscivi mai a vederne uno.
Ed allora mi sembrava di vederla “l’allergia” di Lauretta Sarai, vezzeggiativo di Laura, ballare su piste di coca e montagne di pastiglie, ancorata ad ogni collo di bottiglia, come in battaglia, fino allo svenimento, come quando dai un bacio dopo l’amore e stai per crollare che le braccia non ce la fanno più a restare avvinghiate alle spalle dell’amante.
Poi dovrebbe essere stato solo il buio per te, la casa e l’anoressia, la risalita e la rabbia devono essere venute dopo.
Il fantasma di tuo fratello attaccato ad ogni goccia di sudore, ad ogni preghiera e bestemmia, ad ogni pensiero di morte.
Un odio disconnesso deve averti tenuta in vita, un orologio molle che segna sempre l’ora sbagliata, o forse tuo fratello si ricordava di quella bambina si sette anni e non voleva un adolescente intossicata come compagna di viaggio.
Il giorno dopo non ritornammo, ma lo stesso non lo posso giurare per lui.
Abbagliato da quei silenzi, assordato dalle movenze lente e svogliate di quella creatura surrealista , non riuscì a fare altro.
E non gliene potevo fare una colpa.

Monday, July 21, 2008

TORINO: elogio della lentezza e della forza di una città del Nord


Torino è un luogo regale eppure arrangiato.
L’ ex capitale del regno, l’ex capitale industriale del paese appare oggi come una di quelle mogli che dopo il divorzio decidono che è ora di contare su se stesse, di fare con quello che si ha, di ricostruire dalle macerie, di esaltare le proprie risorse ed iniziare a sorridere ai tanti uomini che le si porgono dinnanzi.
Torino a me sembra così: un ex moglie che riprende a vivere, col sorriso un po’ sofferto e il pensiero rivolto alle ferite ancora aperte lasciate dagli anni, quando tutto era diverso, e sente il rammarico, sente la nostalgia, ma anche un senso di liberazione.
L’industria l’ha tradita, Milano le ride alle spalle, come si fa nei quartieri dove si sparla di tutto e di tutti, il quartiere del Nord guarda a lei con un po’di pena, ma lei non si cura di loro e passa.
Torino è l’immagine di una donna forte e fiera che ha voglia di ricominciare.
E’ una vecchia signora che si fa ragazza, strega buona del Nord.
Torino parla mille lingue e ama a dismisura i dolci
E’un pochino fredda ma sorride sotto il ghigno, ha una sua ironia.
Torino è serena ed è sorprendentemente e piacevolmente lenta.
Sarà forse perché è estate ed ha caldo e i vecchi prendono il fresco in Piazza San Carlo e si chinano allegri sulla fontana, quella col toro che a lì significa refrigerio e freschezza, e tutto assomiglia ad un paese del Sud.
Torino balla sotto la pioggia in un parco che profuma di buono: ed è come se fosse carnevale.
E’ pacata , precisa, gentile, cerca di nascondere felicità e dolore dietro un pollice alzato a dire: tutto ok.
E’ così ottimista che quando ti da delle indicazioni per strada dimezza i tempi, che tanto c’è solo un corso da fare, ma quel corso equivale a molti chilometri e tu arrivi a destinazione maledicendola e ridendo.
Torino ama i giovani, forse perché gli ricordano un passato carico di speranze e gli rammentano che tutto è ancora da costruire, che c’è ancora tanto da vivere.
Non è spendacciona ma sa godersi la vita.
Torino non aspetta più, rincorre un sogno, lo cerca nelle luci appese ad ogni angolo di strada quando è inverno, in una fantastica illusione in celluloide, in due uova cibernetiche che ti dicono che è già il futuro.
Il Po è sempre li e le sorride placido quasi a dire: torneremo a scorrere.